UN DITTICO AD ASTI PER L’OMAGGIO A PUCCINI
È una coproduzione del Teatro Coccia di Novara e Lirica Tamagno di Torino il dittico composto da due opere – “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini e “La Benedizione” di Cristian Carrara – che viene proposto sabato 30 novembre, alle 21, al Teatro Alfieri di Asti. Ma mentre la prima è un’opera di repertorio, la seconda è invece assolutamente nuova, commissionata per l’occasione. E il progetto mira a creare un legame narrativo tra le due.
“Gianni Schicchi” è l’unica opera comica di Puccini (il libretto è di Giovacchino Forzano, lo spunto è tratto dalla Divina Commedia), con un’ironia amara che la rende unica nel suo genere. La trama ruota attorno all’inganno giocato dal protagonista, Gianni Schicchi appunto, ai cinici parenti di Buoso Donati, uomo benestante della Firenze di fine Duecento, appena morto. Chiamato per ordire uno stratagemma che assicuri loro le ricchezze del congiunto, Schicchi li beffa con una trovata spiazzante.
“La Benedizione” di Carrara è costruita come un antefatto, un prequel a “Gianni Schicchi”: nel libretto Marco Malvaldi racconta “con toni grotteschi e, a tratti, fintamente seri” l’ultimo giorno di vita di Buoso Donati. In questa breve opera, i parenti cercano disperatamente di accelerare la sua morte per mettere le mani sull’eredità. Ma un evento suggerisce a Buoso di dare al testamento una forma inaspettata. E da lì comincia l’opera pucciniana.
Le due opere sono collocate temporalmente in una Firenze più vicina a noi, nel Novecento, con tinte scure che sottolineano l’avidità e la cattiveria dei personaggi. La scenografia mostra il letto di Buoso a destra, mentre a sinistra per “La Benedizione” c’è un salotto con divano e sedie e sullo sfondo si vedono le figure di Adamo ed Eva. Per “Gianni Schicchi” c’è invece un tavolo imbandito con sagome nere dei palazzi di Firenze.
Nel dittico non c’è intervallo per accentuare il legame narrativo che intercorre: il passaggio fluido mette in evidenza la cupidigia dei parenti, la loro ricerca spasmodica di liberarsi di Buoso per ottenere l’eredità. La musica e il libretto cercano un legame comune, con i parenti ad architettare delitti – che non saranno necessari – in un’atmosfera che oscilla fra il drammatico e il grottesco.
Il cast de “La Benedizione” include Marcello Rosiello (Buoso), Francesca Mercuriali (Zita), Xiaosen Su (Gherardo), Stefano Paradiso (Simone), Nicola Di Filippo (Rinuccio) ed Eugenio Di Lieto (Un frate). Rosiello interpreta anche Schicchi nell’opera pucciniana, affiancato da un cast in parte selezionato dall’Accademia AMO del Teatro Coccia, con giovani interpreti come Beatrice Caterino (Lauretta), Francesca Mercuriali (Zita), Xiaosen Su (Gherardo), Zi Jing (Nella) e Mariateresa Federico (La Ciesca).
Sul palco anche Nicola Di Filippo (Rinuccio), Eugenio Di Lieto (Betto di Signa), Stefano Paradiso (Simone), Giulio Ongeri (Gherardino), Lorenzo Liberali (Marco), Ranyi Jiang (Maestro Spinelloccio/Messer Amantio), Alberto Parola (Guccio) e Jesús Noguera (Pinellino).
La regia è di Teresa Gargano, il direttore Vittorio Parisi guida l’orchestra Bazzini Consort, contribuendo a creare un’atmosfera musicale che sottolinea il dramma e l’ironia delle due opere.
I biglietti costano 23 euro in platea, nelle barcacce e nei palchi; 18 euro nel loggione.
Informazioni 0141-399057 (martedì e giovedì dalle 10 alle 17, nei giorni di spettacolo dalle 15).
Biglietti disponibili anche online su www.bigliettoveloce.it