CERIMONIA COMMEMORATIVA DELL’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIOVANNI PALATUCCI
Oggi lunedì 10 febbraio, in occasione dell’80° anniversario della morte di Giovanni Palatucci, Questore di Fiume, Medaglia d’Oro al Merito Civile e Giusto tra le Nazioni, avvenuta nel campo di concentramento di Dachau a soli 36 anni, la Questura di Asti e la Città di Nizza Monferrato hanno reso omaggio al sacrificio del giovane Funzionario di Polizia collocando, accanto al pannello illustrativo già realizzato in sua memoria all’interno del “Giardino dei Giusti” di via Don Cel, una pianta di ulivo, da sempre simbolo di pace.
Alla cerimonia hanno presenziato il Vice Prefetto dr.sa BUFFA, il Sostituto Procuratore della Repubblica dr.ssa MASIA, le massime Autorità civili e militari del territorio ma, soprattutto, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “C.A. Dalla Chiesa” di Nizza Monferrato che hanno letto pubblicamente e poi appeso ai rami dell’ulivo alcune loro riflessioni sul significato della giornata.
Primo tra i numerosi giovani lettori il “Sindaco junior” del Consiglio Comunale dei Ragazzi, con la fascia tricolore armacollo.
Toccante è stato il momento di riflessione portato dal Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Dario Disegni, a cui è seguito un momento di intenso raccoglimento in occasione della preghiera recitata dal Vescovo di Acqui Terme mons. Luigi Testore.
Il Giardino dei Giusti ha rappresentato la cornice perfetta per tale evento: un’area verde dedicata ai ‘Giusti tra le nazioni’, ovvero donne e uomini che, in ogni tempo e luogo, hanno salvato vite umane e si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi, difendendo la dignità della persona e rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani.
Il Questore ha ricordato la figura di Giovanni Palatucci “un Beato, un Giusto, un Uomo che non riuscì a restare indifferente alla violenza che si consumava quotidianamente sotto i suoi occhi ai danni di tante persone innocenti. La sua storia è esemplificativa e rappresenta un esempio di coraggio e solidarietà a tutela del valore più alto valore proclamato dalla Costituzione repubblicana, la dignità umana. Significative furono le sue parole, pronunciate poco prima della deportazione <La Polizia significa vita, quella vita che serve ad aiutare il prossimo, la povera gente> “.