Motori

Bollo auto: come controllare i pagamenti ed evitare brutte sorprese

Il bollo auto è una tassa regionale che ogni proprietario di un veicolo deve pagare annualmente, indipendentemente dall’uso del mezzo. L’importo dipende dalla potenza del veicolo e dalle sue emissioni inquinanti, e verificarne il pagamento è fondamentale per evitare sanzioni e mantenere la regolarità amministrativa. Ma come si controlla se il bollo è stato pagato? Uno dei metodi più pratici è offerto dal portale dell’Automobile Club d’Italia (Aci): inserendo la targa e la regione di residenza, si può accedere immediatamente allo stato dei pagamenti degli ultimi anni.
In alternativa, l’app gratuita Aci Space, disponibile per iOS e Android, rende il controllo ancora più veloce e conserva uno storico delle verifiche. Molte regioni mettono a disposizione servizi online sui propri siti istituzionali, accessibili tramite SPID o CIE, mentre per chi preferisce il contatto diretto, è possibile recarsi presso sportelli Aci, agenzie di pratiche auto o tabaccherie convenzionate con LIS Lottomatica o Sisal, portando targa e libretto. Qui si può anche ottenere un’attestazione cartacea dei pagamenti.
Essendo una tassa gestita a livello regionale, le modalità, le scadenze e le eventuali agevolazioni variano. Ad esempio, la scadenza è fissata all’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione: un’auto registrata a maggio deve essere pagata entro il 30 giugno dell’anno seguente. Il pagamento si può effettuare online tramite Aci o piattaforme autorizzate, oppure presso poste, banche, tabaccherie e agenzie. È essenziale conservare la ricevuta – cartacea o digitale – per almeno cinque anni come prova.


Cosa succede se si salta la scadenza? Entro 14 giorni di ritardo, la sanzione è minima (0,1% al giorno); tra 15 e 30 giorni sale all’1,5%; tra 31 e 90 giorni all’1,67%; fino a un anno al 3,75%, con interessi giornalieri. Superato l’anno, la sanzione diventa del 4,29%, e oltre i due anni arriva al 5%. In caso di mancato pagamento prolungato, la Regione (o l’Agenzia delle Entrate nelle province autonome) può emettere una cartella esattoriale, e senza regolarizzazione si rischia il fermo amministrativo del veicolo, che ne blocca circolazione e vendita.
Se si perde la ricevuta, la si può recuperare tramite i servizi Aci o richiedendo un duplicato all’ente di pagamento; in alternativa, un estratto conto bancario con i dettagli della transazione è una prova valida. Talvolta, un controllo può mostrare un bollo non pagato nonostante il versamento, a causa di errori nei database regionali. In questi casi, basta contattare la Regione o l’Aci con la ricevuta per correggere l’anomalia.
Un aspetto importante è la prescrizione: il bollo non pagato si estingue dopo tre anni, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo alla scadenza, purché non arrivino solleciti ufficiali. Ad esempio, un bollo del 2020 si prescrive il 1° gennaio 2024, ma una notifica dell’ente creditore azzera il conteggio. Ignorare tali comunicazioni può quindi prolungare il debito e complicarne la gestione. Controllare regolarmente i pagamenti e conservare le ricevute resta il modo migliore per evitare problemi.

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